Vita vissuta e cinema come racconto di un'esistenza extra-ordinaria.
Il film inizia il 12 dicembre 1921, a Forlimpopoli. Giulio è il primogenito della coppia Giovanni Vitali e Amalia Brunelli. Il babbo è così piccolo (di statura) da dare il via alla dinastia dei Pitutì. Mamma Amalia conosce il centro storico come le sue tasche, ne è una faccia: venditrice ambulante di mele e pere cotte, fagioli, ceci. E quel 'fagiolino' di Giulio inizia la sua avventura. Ovviamente in piazza.
Corre l'anno 1924, nasce l'arena del Verdi, il cortile della Rocca era una piazza aperta al traffico e piena di negozi, le proiezioni erano nel cortile delle scuole elementari vecchie. All’inizio di giugno venivano portate le sedie del Verdi e le attrezzature, che rimanevano nel cortile tutta l’estate, in uno di questi traslochi, alla fine defli anni '20 una palla di stracci rotola in mezzo alla storia. Il fratello di Nino Bazzoli – gestore del cinema - transita per piazza Garibaldi con una carriola carica di sedie, il mezzo si capovolge, rovesciando le sedie in terra, l’unico che aiuta l’uomo è un ragazzino che giocava a pallone con i suoi amici. Il suo nome è Giulio Vitali. Come ricompensa Tugnazì lo invita alla sera a vedere il film all’arena, il bambino non aveva mai assistito a una proiezione cinematografica.
Il ragazzo comincia a frequentare il cinema e prima come portatore d’acqua, poi come venditore di gazzose, infine entra nella cabina di proiezione e ci resta 80 anni.